lunedì 30 luglio 2018

Accordo Abi

ABI, Alleanza delle Cooperative Italiane, CIA-Agricoltori Italiani, CLAAI, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confimi Industria, Confindustria e Rete Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) hanno concordato di prorogare fino al 31 ottobre 2018 le misure contenute nell’Accordo per il Credito 2015, il cui periodo di validità sarebbe terminato il prossimo 31 luglio

Le stesse associazioni hanno avviato i lavori per un nuovo Protocollo d’intesa sul credito alle piccole e medie imprese, alla luce delle nuove regole europee in materia bancaria e delle attuali condizioni di mercato.

Grazie all’Accordo per il Credito 2015 le PMI italiane hanno potuto sospendere il pagamento della quota capitale di oltre 18.600 finanziamenti, ottenendo liquidità aggiuntiva per oltre 700 milioni di euro. Se si considerano anche le altre iniziative di sospensione del pagamento dei finanziamenti che l’ABI e le Associazioni d’impresa hanno concordato a partire dal 2009, oltre 440.000 imprese hanno ottenuto maggiore liquidità per circa 25 miliardi di euro.

L’Accordo per il Credito 2015, nato dalla collaborazione tra ABI e Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative Legacoop), Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Rete Imprese Italia (Cna, Confartigianato, Confersercenti, Confcommercio, Casartigiani), consente la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate e l’allungamento dei finanziamenti per le Pmi e nei mesi scorsi è stato prorogato al 31 luglio 2018.

In sostanza si tratta della possibilità per tutte le Pmi “in bonis” di:

– sospendere la quota capitale delle rate di mutui e leasing, anche agevolati o perfezionati con cambiali;

– allungare il piano di ammortamento dei mutui e le scadenze del credito a breve termine e del credito agrario.

L’analisi relativa alla distribuzione delle domande per attività economica dell’impresa richiedente evidenzia che:
il 25,1% delle domande è riferito ad imprese del settore “commercio e alberghiero”;
il 14,3% delle domande è riferito ad imprese del settore “industria”;
il 18,1% delle domande è riferito ad imprese del settore “edilizia e opere pubbliche”;
il 9,3% delle domande è riferito ad imprese del settore “artigianato”;
il 7,1% delle domande è riferito ad imprese del settore “agricoltura”;
il restante 26,1% agli “altri servizi”.

L’analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell’impresa richiedente, evidenzia che:
il 62,1% è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia;
il 20,9% è riferito ad imprese residenti nel Centro Italia;
il 17,0% è riferito ad imprese residenti nel Sud Italia.

Possono beneficiare delle operazioni previste dall’Accordo, tutte le Pmi operanti in Italia, comprese quelle che presentino alcune difficoltà finanziarie, a condizione che, al momento di presentazione della domanda, non abbiano posizioni debitorie classificate dalla banca come “sofferenze”, “inadempienze probabili” o esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni (imprese “in bonis”) in relazione a finanziamenti in essere alla data del 31 marzo 2015.

http://www.abruzzosviluppo.it/2018/07/30/abi-prorogato-laccordo-credito-alle-pmi/

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